Le Meridiane In Umbria
Dati

L'epigrafe, letta alla maniera etrusca da destra verso sinistra, è

p.] nurtinus. ia t. uferie[r
cvestusr.farariur

e può essere intesa così

[.] P(ublii?) (filius) Nortinus, Ia(ntus) T(iti) (filius) Aufidius quaestores far(r)arii

Di particolare interesse l'iscrizione in lingua umbra che occupa la facciata della parte inferiore del blocco. le lettere sono alte circa tre cm. Quelle del secondo rigo poco meno. La scritta è importante sia per la conoscenza della lingua unmbra, sia per l'onomastica che per le istituzioni.

Bevagna, Meridiana Romana, Perugia

Databile fra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C., la meridiana è un blocco parallelepido in calcare poroso, grigio chiaro, scurito esternamente dalla patina. E' alto 43,8 cm e largo 40 cm, con spessore massimo di 26,5 cm e minimo di 17,5 cm. Manca lo gnomone, alloggiato in alto, al centro del quarto della sfera. Al momento del ritrovamento restavano tracce di ferro e piombo. Probabilmente il blocco era incassato per 2 cm in quanto si nota un'incisione, lunga 3 cm sotto l'iscrizione ed al centro. Alla stessa altezza, in ciascuno dei lati del blocco, è presente un piccolo foro quadrangolare che, all'interno del blocco stesso, piega ad angolo retto, riuscendo sul fondo: qui erano probabilmente inseriti i perni. Nella conca sono incise undici linee orarie (la XII coincide con il margine destro) che partono a raggera dal segmento circolare tracciato a 4 cm dal foro dello gnomone e sono intersecate da un altro arco di circnferenza. La forma della meridiana ricorda assai da vicino quella di Todi, conservata sino a pochi anni fa in Santa Maria in Camucia prima che la Sovrintendenza la sottraesse brutalmente a chi l'aveva avuta in prestito per studiarla e la portasse a Perugia.
I due magistrati romani che fecereo erigere la meridiana a Mevania, attuale Bevagna, sono un Nortino figlio di P(ublio?) e Ianto Aufido, figlio di Tito. A motivo della rottura della pietra non si conosce il prenome di Nortinus abbreviato quasi certamente con una sola lettera. Nortinus ed Aufidius sono gentilizi già documentati a Mevania. La novità consiste nella menzione dei quaestores fararii, cioè alimentarii o frumentarii, magistratura di nuova documentazione addetta all'alimentazione della città. Questa magistratura precede la fase municipale di Bevagna nella quale erano già menzionati i quaestores aerarii: siamo quindi in un periodo fra la metà del II secolo a.C. e la guerra sociale del 90-89 a.C.

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