RACCONTI
 
 
 

Narrare, ovvero (per me) l'arte della fuga

Per questa minima raccolta di racconti ho tratto il titolo, senza presunzione di paragoni, dall'omonima opera di J. S. Bach. Chiunque conosca Die Kunst sa come la composizione si basi sull'intreccio di più voci e come dall'intreccio formale scaturisca una sostanza del tutto nuova; e questo nonostante l'ultimo frammento sia incompiuto. Si tratta di un caso non unico certo, ma comunque singolare, in cui la forma metabolizzandosi diviene l'essenza stessa della musica, qualcosa di assai più della sostanza, molto meno che la sua notazionale cruda forma.
Ma in questo caso sarà difficile trovare la polifonia pura, voci che s'intrecciano, s'accavallano e s'invertono prima della stretta finale mantenendo sempre precisa identità. Si troveranno piuttosto variazioni su un tema, sempre lo stesso, anche se presentato sotto varie tonalità e sotto i modi del maggiore e del minore: l'insoddisfazione della quotidianità; per un certo tempo avevo infatti pensato di intitolare questa piccola raccolta Tema con variazioni. Le emozioni gettate sulla carta rappresentano in sostanza una sorta di evasione dal mondo circostante, il tentativo di crearsi una sfera di rifugio: sono come certi schizzi di pittura sulla tela che terminano lì, poco lontano da dove il tratto iniziale del pennello ha cominciato a dar loro forma.
Se poi l'evasione s'è tanto sviluppata da poter ricordare una forma d'arte costituendo descrizioni efficaci e valide, sarà l'eventuale lettore a giudicare.